I Mille Volti dell’Oca Fifì

Settembre 14, 2025
di Luigi Sances

L’eclettismo fatto cucina: dove ogni dettaglio sorprende e ogni piatto emoziona

L’anniversario di matrimonio è un’occasione che, con il passare del tempo, richiede sempre più attenzione nella scelta del luogo dove celebrarlo. Tra un ristorante consolidato e un locale che promette una scoperta gastronomica inedita, questa volta ha prevalso lo spirito dell’esploratore.

Il Nome che fa sorridere

L’Oca Fifì – “un nome che fa ridere” come diceva Pippi Calzelunghe – e che a noi evoca ricordi affettuosi di gioventù . “Fifì” era il soprannome di una cara amica della nostra vecchia comitiva, minuta e snella, che si contrapponeva a quello di “Fofò”, altra amica dalle forme più generose.

Ritrovare questo nome sull’insegna di un ristorante ha reso l’attesa carica di emozione e familiarità, come se il destino avesse voluto farci ritrovare un legame tra passato e presente. Ma dietro la personalissima assonanza c’è anche una storia autentica: la vera Oca Fifì era un’oca di campagna fiera e protettiva, sentinella del pollaio di famiglia, simbolo di ospitalità genuina e tradizione familiare.

La doppia anima che disorienta e affascina

Varcare la soglia dell’Oca Fifì significa entrare in un locale capace di trasformazioni sceniche rapide e sorprendenti come assistere ad uno spettacolo di Arturo Brachetti.

Trasformazioni sceniche così rapide da lasciare lo spettatore-commensale in uno stato di piacevole, seppur iniziale, spaesamento.

Da un lato, l’intimità calda di una trattoria di campagna d’altri tempi, con servizio familiare che ti fa sentire ospite atteso da sempre. Dall’altro, l’anima camaleontica che ti spiazza quando meno te l’aspetti: nel dehor coperto, i tavoli piccoli e ravvicinati in perfetto stile sushi bar introducono una modernità cosmopolita che – diciamolo pure – inizialmente disorienta.

Il Teatro delle luci: spettacolo o caos organizzato?

L’illuminazione merita un capitolo a sé. È un collage artistico audace : potenti fari  si mischiano a lampadari raffinati e moderni, luminarie tradizionali da festa patronale convivono con moderne lampade wireless, mentre lucine natalizie portano magia tutto l’anno.

Il primo impatto può essere straniante, poi ti rendi conto che è proprio questo il punto: un ambiente in continua evoluzione che alterna elegante intimità a momenti di festa irriverente. Disorientante? Sì. Affascinante? Decisamente.

Il Rebus delle Magliette:

E poi ci sono quei dettagli che trasformano una cena in esperienza ludica. Le magliette nere del personale nascondono un enigma: un’oca incorniciata da “st” e “zzo”. Un rebus dalla vena boccaccesca che diventa subito argomento di conversazione, raccontando lo spirito libero e autoironico del locale.

Annamaria Magi: Il Talento Dietro la Magia

La vera regista di questa esperienza multisensoriale è Annamaria Magi, cuoca e patrona che il grande pubblico ha conosciuto grazie a MasterChef Italia, ma che i fortunati del Salento possono apprezzare dal dicembre 2022 in questo angolo di Lequile dove ha dato vita alla sua visione gastronomica.

Figlia di tradizione culinaria pugliese autentica, Annamaria ha saputo trasformare una passione viscerale in professione d’eccellenza, creando un luogo che unisce la semplicità dei sapori di una volta con la raffinatezza delle tecniche contemporanee.

La sua filosofia non ammette compromessi: stagionalità assoluta, materie prime rigorosamente locali, rispetto maniacale del territorio. Ogni ingrediente che arriva in cucina ha una storia da raccontare, un legame diretto con la terra salentina. E si sente, eccome.

Il Viaggio Gastronomico:

Per il nostro anniversario queste le proposte scelte dal menù:

Frittura di baccalà con le salsine dell’oca

L’apertura perfetta: croccantezza dorata che celebra il mare pugliese, accompagnata dalle famose “salsine dell’oca” – vere tavolozze multicolori che giocano sui contrasti cromatici quanto su quelli gustativi. Mare e tradizione contadina in perfetta armonia, con un occhio di riguardo per l’estetica che non guasta mai.

Gnocchetti alla barbabietola con burro, parmigiano e lardo di Colonnata

Qui siamo nella pura poesia culinaria. La dolcezza terrosa della barbabietola, che tinge gli gnocchetti di un rosa shocking completamente naturale, si fonde magistralmente con la sapidità decisa del parmigiano e la cremosità avvolgente del lardo. Un piatto che parla ai sensi prima ancora che al palato.

Polpo a pignata

La preparazione che più di tutte profuma intensamente di Salento. Qui Annamaria dimostra come si possa rispettare una ricetta ancestrale arricchendola con sensibilità contemporanea. La cottura lenta ha reso il polpo di una tenerezza straordinaria, mentre il sugo ricco di pomodori locali racconta tutta la ricchezza del territorio in un solo boccone.

I Dolci Finali

“La passionata di Troia” – gioiello della pasticceria pugliese nato dalla creatività di  una pasticcera di Troia in provincia di Foggia – si è rivelata una piccola opera d’arte: crema soffice di ricotta avvolta da pasta di mandorle pugliesi fatta a mano, il tutto dalla forma delicatamente sferica. Il nome stesso – unione di “Passio” e “Nata” – racconta di un dolce nato per passione che parla di tradizione artigianale e ricchezza culturale in ogni boccone morbidissimo.

La crema catalana ha completato il finale con eleganza internazionale, dimostrando quella mano sicura e quella capacità rara di far convivere innovazione e memoria che distingue i veri talenti culinari.

La Carta Vini: Il Potenziale (Ancora) Nascosto

La carta vini, già curata e intelligentemente concentrata sul territorio pugliese, rappresenta forse l’unico margine di crescita significativo di questa esperienza. La selezione attuale è valida e coerente, ma immaginando  l’introduzione di sistemi tecnologici avanzati come il Coravin potrebbe davvero fare la differenza.

I vantaggi sarebbero evidenti:

  • Ampliamento dell’offerta al calice con etichette di maggior pregio
  • Possibilità di sperimentare abbinamenti più audaci e personalizzati senza vincolarsi alla scelta di una sola bottiglia
  • Esperienze di degustazione più raffinate e complete

Un investimento che trasformerebbe una cena già eccellente in un percorso enogastronomico davvero memorabile, all’altezza della creatività culinaria di Annamaria.

L’Esperienza che Resta e il Coraggio di Osare (e di Disorientare)

L’Oca Fifì ci ha fatto rivivere ricordi di amicizie lontane trasformandoli negli ingredienti segreti di una serata perfetta, in quel gioco sottile tra nostalgia e scoperta che rende speciali i momenti più belli.

È un luogo che osa senza paura, che gioca con contrasti azzardati – dal sushi bar trapiantato nel Salento alle luci eclettiche – senza mai perdere la coerenza complessiva dell’esperienza. Questa capacità di cambiare volto con eleganza e rapidità ricorda davvero le trasformazioni sceniche di Arturo Brachetti, ma applicate al mondo della ristorazione con risultati sorprendenti.

Il primo impatto può disorientare, è vero. Ma  l’Oca Fifì non ti coccola con la prevedibilità, ti sfida con la sorpresa. E alla fine, quando esci, ti accorgi che quella sensazione di piacevole spaesamento è diventata il ricordo più prezioso della serata.

L’Oca Fifì ci ha ricordato che i luoghi migliori non toccano solo il palato, ma l’anima. E questo – tra luci psichedeliche, rebus boccacceschi e polpi tenerissimi – è il vero segreto della sua magia più autentica.

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