Ciliegia Ferrovia: Il Morso che fa CROCK!

Giugno 20, 2025
di Luigi Sances

Un Viaggio tra Leggenda, Sapore e Futuro dell’Oro Rosso Pugliese: Scopri come Wine Food Voyage fonde la Ciliegia Ferrovia e il Caffè Leccese nella sorprendente Granita “SCERROVIA”.

C’è un suono che preannuncia l’arrivo dell’estate in Puglia, un “CROCK!” netto, sonoro, che precede un’esplosione di succo e dolcezza. È il segno inconfondibile della Ciliegia Ferrovia, un frutto che non si limita a essere gustato, ma si vive con tutti i sensi. Imponente, carnosa, con la sua tipica forma a cuore e un abito rosso vermiglio brillante come una gemma, la sua polpa soda e croccante è il suo biglietto da visita, ciò che la rende un’esperienza indimenticabile e un vero oggetto del desiderio sui mercati di tutto il mondo.

Il Ritratto di una Regina: Caratteristiche Inconfondibili

La Ciliegia Ferrovia è un autentico capolavoro di equilibrio sensoriale, capace di conquistare fin dal primo sguardo grazie al suo aspetto regale: un calibro generoso (con un peso medio di 9,4 grammi), una forma a cuore perfetta e un colore rosso vermiglio che cattura l’attenzione. Ma è al morso che rivela la sua vera natura, con quello “snap” inconfondibile, uno “schiocco” che è la sua firma distintiva.

Questa straordinaria croccantezza fa da preludio a un superbo profilo gustativo: una polpa straordinariamente soda e compatta, dove un’intensa dolcezza è perfettamente bilanciata da una vibrante acidità. È proprio questa armonia a renderla una ciliegia che appaga tutti i sensi, ideale per il consumo fresco “al naturale”, ma eccezionale anche in pasticceria, dove la sua consistenza le permette di mantenere integrità e carattere anche dopo la cottura. La sua maturazione tardiva, generalmente tra la terza decade di maggio e la prima decade di giugno, ne fa attendere con impazienza l’arrivo.

Attenzione alla “Falsa Ferrovia”: Come Riconoscere l’Originale

Il successo e il valore di mercato della Ferrovia hanno purtroppo dato vita a un fenomeno borderline: la compravendita della cosiddetta “falsa Ferrovia”. Si tratta di altre varietà, dalle qualità spesso inferiori, spacciate per l’originale sfruttando una somiglianza superficiale. Ma per un consumatore attento, le differenze sono evidenti.

  • Alla Vista: La vera Ferrovia sfoggia una distintiva forma a cuore con una piccola, percepibile punta nella parte inferiore. Il colore è un rosso vermiglio brillante e intenso, e il peduncolo (gambo) è lungo e sottile. La “falsa”, invece, è spesso più tondeggiante, di un rosso più spento o scuro, e con un peduncolo più corto e tozzo.
  • Al Morso: Qui la differenza è abissale. La vera Ferrovia regala il suo iconico “CROCK!”, un morso netto, croccante e sonoro. La sua polpa è soda e compatta. La “falsa”, al contrario, è più cedevole, a volte quasi molle, priva di quella caratteristica croccantezza che rende unica la Ferrovia.
  • Al Sapore: Il gusto della Ferrovia è un equilibrio perfetto tra dolcezza e una vibrante nota acidula che la rende fresca e mai stucchevole. La “falsa” è spesso più acquosa, con un sapore meno intenso e complesso, talvolta semplicemente dolce o addirittura insipida.

Dalla Leggenda alla Scienza: Le Vere Origini della Ferrovia

La storia della Ferrovia è un affascinante intreccio di mito e ricerca scientifica. La leggenda popolare, tramandata con orgoglio, narra che il primo albero sia nato spontaneamente nel 1935 da un seme caduto vicino ai binari di un casello ferroviario, probabilmente tra Turi e Sammichele di Bari. Fu così che, per la sua curiosa origine, gli abitanti del luogo la battezzarono con il nome dialettale di “ferrovì”, poi italianizzato in Ferrovia.

Tuttavia, la ricerca accademica, guidata da studiosi come il Professor Angelo Godini, ha proposto un’ipotesi più plausibile. Negli anni ’30, la cerasicoltura pugliese era dominata da varietà a polpa tenera (“teneracine”). L’apparizione di una ciliegia così grande, croccante e resistente (“duracine”) come la Ferrovia costituiva un’anomalia nel territorio. L’ipotesi più accreditata è che la Ferrovia non sia autoctona, ma sia stata introdotta in Puglia da un agricoltore o un emigrante di ritorno dall’Europa centrale, probabilmente dalla Germania. Lì avrebbe conosciuto una varietà eccezionale, forse la ‘Germersdorfer’ o la ‘Schneiders’, e ne avrebbe poi introdotto delle marze in Puglia.

Un Successo che Nasce in Coppia: Il Ruolo dell’Impollinatore

La Ferrovia, come molte varietà di ciliegio, è autosterile: non può fecondarsi da sola e ha bisogno di un partner. Per decenni, il suo impollinatore quasi esclusivo è stata la varietà ‘Forlì’. Oggi, tuttavia, il binomio perfetto è con la varietà ‘Giorgia’. Questa non è solo un eccellente impollinatore per la Ferrovia, ma è anche una ciliegia di grande pregio, apprezzata per la sua precocità e qualità. La presenza di filari alternati di Ferrovia e Giorgia è ormai una costante nel paesaggio cerasicolo pugliese, una simbiosi che garantisce raccolti abbondanti e di altissima qualità per entrambe le varietà. La Puglia è il regno indiscusso della cerasicoltura italiana, producendo da sola circa il 37% di tutte le ciliegie nazionali. È un vero e proprio “oro rosso” che rappresenta la principale fonte di ricchezza per intere comunità locali.

La “Madonna te le cerase” di Lecce: Un Cuore di Fede e Tradizione

C’è un legame profondo e affascinante che unisce il mondo del sacro a questo dolce e splendente frutto: nel cuore del Salento, a Lecce, dove si venera la “Madonna te le cerase” (Madonna delle ciliegie). La statua, un’icona di cartapesta policroma alta 180 cm, è un vero gioiello di arte e devozione, custodita nella suggestiva chiesa di Santa Maria della Provvidenza, popolarmente conosciuta come “delle Alcantarine”.

La leggenda legata a questa Madonna non parla di frutti nati prodigiosamente fuori stagione, ma di un gesto di profonda umiltà e accettazione divina. Si narra di un bambino povero che, non avendo altro da offrire, presentò alla statua della Vergine le uniche ciliegie che possedeva. Con grande stupore e gioia, il piccolo vide il Bambin Gesù sporgersi miracolosamente dalla braccia della madre per accoglierle. Un segno tangibile della predilezione divina verso l’innocenza e la fede più pura, un invito a vedere la grandezza anche nel dono più semplice.

La profonda devozione a questa Madonna si è tramandata per secoli, come ha confermato un accurato restauro del simulacro. Quest’intervento ha rivelato non solo l’antichità dell’opera, risalente alla fine del XVI secolo, ma anche dettagli significativi come un originale pettorino decorato e, soprattutto, una festone di ciliegie sul manto della Madonna. Questo dettaglio decorativo non solo spiega e conferma la denominazione tramandata di “Madonna delle ciliegie”, ma suggerisce anche una devozione radicata ben più in profondità di quanto si credesse, un filo rosso che si perde nella notte dei tempi. Perfino il vestito del Bambino Gesù ha rivelato un colore rosso intenso, quasi a richiamare la vivacità e la gioia delle ciliegie.

“Nùzzoli” e Speranza: La Toccante Usanza Leccese

La tradizione legata a queste piccole meraviglie rosse si è rinnovata nel tempo con una toccante usanza popolare che unisce innocenza, speranza e fede. Negli anni Trenta, i bambini leccesi, affascinati dai “denti d’oro” sfoggiati dai benestanti come simbolo di ricchezza e piccolo tesoro, iniziarono a ricreare la propria “dentatura” con i noccioli delle ciliegie.

Immaginate questi bimbi, allineati in prima fila durante la processione della “Matonna te le cerase”, con i loro rudimentali “denti d’oro” in bocca. Pregavano la Madonnina con fervore, sperando che quei “nùzzoli” (noccioli) potessero un giorno trasformarsi in veri denti d’oro. Un’immagine commovente di speranza e fede popolare, dove un semplice gesto diventava ponte verso un futuro migliore.

Ancora oggi, il 24 maggio di ogni anno, la città di Lecce celebra con fervore la “Matonna te le cerase”. La statua viene riccamente adornata con ciliegie fresche provenienti dal sud-est barese, un omaggio vibrante di colore e sapore. Il corteo, un tripudio di devozione e folklore, è preceduto da una particolarità unica: un carretto di legno ricolmo di ciliegie benedette, trainato da un asinello. Al termine della processione, nella piazza antistante la chiesa delle Alcantarine, questi dolci e rossi frutti vengono offerti ai devoti presenti. È un gesto di buon auspicio e un dono provvidenziale, quasi un modo della Madonna stessa di condividere la sua generosità con i fedeli.

In ogni racconto, che si tratti di un frutto prodigioso, di un fiore simbolico o di un’umile offerta, la ciliegia diventa il veicolo di un messaggio divino: la prova che la fede può generare meraviglia e far fiorire la speranza anche nelle situazioni più semplici e inattese. Un morso di dolcezza che porta con sé secoli di devozione e racconti.

La Puglie delle ciliegie tra Sfide Climatiche, Innovazione Varietale e Nuove Strategie di Mercato

INTERVISTA ESCLUSIVA: Abbiamo incontrato Vito Tricarico, direttore commerciale di Tricarico’s Cherries con sede a Casamassima (BA), per capire le attuali dinamiche e le prospettive future della cerasicoltura pugliese, in un contesto di sfide climatiche e innovazione.

Vito, un bilancio della stagione e come evolve la vostra strategia di vendita, specie al dettaglio?

“La stagione ha visto quantitativi inferiori a causa del clima, ma il nostro progetto di vendita al dettaglio ha compensato le perdite, diventando un punto fermo per la redditività aziendale. I prezzi al pubblico hanno aiutato a controbilanciare i volumi mancanti.”

Come affrontate gli inverni meno rigidi per la Ferrovia? E per le piogge in raccolta?

“Non ci sono soluzioni facili per la Ferrovia con inverni meno rigidi; l’unica via è impiantare varietà con minor fabbisogno di freddo. Per le piogge, prevediamo di installare reti antipioggia, confidando nei sostegni regionali per questi investimenti onerosi.”

Oltre alla Ferrovia, su quali nuove varietà state puntando?

“Ci concentreremo su varietà autofertili e con minor fabbisogno di freddo. La Grace Star sta dando ottimi risultati: calibri elevati, croccantezza e alto grado zuccherino. Potrebbe essere un’ottima alternativa o complemento alla Ferrovia, molto apprezzata anche nelle nostre vendite al dettaglio.”

Come si può valorizzare ulteriormente la Ferrovia?

“La Ferrovia, ciliegia autoctona e ben nota, meriterebbe maggiore valorizzazione. Questo richiede un impegno a livello di associazioni o consorzi, non della singola azienda. Noi, nel nostro piccolo, otteniamo già ottimi risultati con le nostre campagne marketing dedicate.”

Quali sono le principali sfide e opportunità per i produttori pugliesi?

“Le sfide maggiori sono la potenziale mancanza di manodopera e una burocrazia eccessivamente complessa. La grande opportunità è nell’aumento delle vendite al dettaglio: offrire un prodotto di qualità imbattibile ci ha permesso di crescere, con consumatori che apprezzano l’acquisto diretto. Non puntiamo all’export.”

La Ferrovia manterrà la sua posizione dominante o vedremo più varietà?

È una domanda difficile da rispondere, sicuramente la Ferrovia è e probabilmente sarà la miglior ciliegia in assoluto, gli agricoltori, noi compresi continueremo a puntare su questa varietà ma non in forma massiccia come si faceva fino a 10/15 anni fa.
Il clima è cambiato cosi come la redditività di alcune varietà di ciliegia come la Ferrovia.
Pertanto sospetto che nei prossimi anni assisteremo ad una maggiore diversificazione in termini di varietà di ciliegie.

La Ricetta del Laboratorio di Wine Food Voyage: “SCERROVIA”

Questo dessert nasce dal laboratorio di gusto dell’Associazione Wine Food Voyage APS, con l’obiettivo di celebrare l’incontro tra due eccellenze simbolo della Puglia: la Ciliegia Ferrovia e il caffè alla leccese. Il nome “SCERROVIA” è una fusione creativa che unisce un’evocazione del termine dialettale “lu scerrare” (il dimenticare) – sparigliando il concetto del luogo delle “esatte coincidenze” (la stazione ferroviaria) – e un’assonanza con il termine inglese “Cherry”, che significa ciliegia. Un’esperienza che unisce due tradizioni in un unico, sorprendente assaggio.

Ingredienti per 4 persone:

  • Per la granita al caffè:
    • 250 ml di caffè espresso forte
    • 250 ml di acqua
    • 80/100 g di zucchero di canna
  • Per le ciliegie e la finitura:
    • 300 g di Ciliegie Ferrovia fresche
    • 150 ml di latte di mandorla freddo
    • Menta fresca per decorare

Preparazione:

  1. Preparate la granita: In un pentolino, create uno sciroppo sciogliendo lo zucchero di canna nell’acqua calda. Lasciate raffreddare completamente, quindi unitelo al caffè espresso forte.
  2. Congelate e “imburrate”: Trasferite il composto in una teglia bassa e larga (o in un contenitore di acciaio) e mettete in freezer. Ogni 30-40 minuti, per circa 3-4 ore, grattate la superficie con una forchetta per creare i cristalli di ghiaccio, fino a ottenere una consistenza granulosa e omogenea.
  3. Preparate le ciliegie: Lavate le Ciliegie Ferrovia, denocciolatele e tagliatele a metà.
  4. Componete il dessert: Distribuite la granita al caffè nelle coppette o, per un tocco elegante, in calici da vino. Aggiungete le ciliegie fresche tagliate.
  5. Il tocco finale: Versate il latte di mandorla freddo sulla granita e le ciliegie, e decorate con qualche fogliolina di menta fresca. Servite immediatamente.

I Vini per Esaltare la Ciliegia Ferrovia

La straordinaria versatilità della Ciliegia Ferrovia permette di esplorare diversi mondi enologici a seconda che venga gustata fresca, trasformata in dessert o usata in preparazioni salate. Ecco alcuni spunti di abbinamento:

  1. Al Naturale (Croccante e Fresca):
    • Vino Pugliese: Rosato del Salento a base Negroamaro (perfetto per la sua freschezza e sapidità).
    • Vino Italiano: Lambrusco di Sorbara (la sua vivacità e la leggera effervescenza si sposano bene con la croccantezza).
    • Vino Internazionale: Rosé de Provence (Francia) (elegante, delicato e con note fruttate che richiamano la ciliegia).
  2. Nei Dolci (Torte, Clafoutis):
    • Vino Pugliese: Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG (un vino da dessert ricco, con sentori di frutta matura e spezie).
    • Vino Italiano: Brachetto d’Acqui DOCG (Piemonte) (dolce, aromatico e leggermente frizzante, con note di rosa e fragola).
    • Vino Internazionale: Un Maury o un Banyuls (Francia) (vini dolci naturali, complessi e strutturati, ideali con dolci a base di frutta rossa).
  3. Nel Salato (con Carni e Formaggi):
    • Vino Pugliese: Un rosso da Susumaniello (strutturato ma con una buona acidità e note fruttate che contrastano e si bilanciano con la ciliegia).
    • Vino Italiano: Valpolicella Classico Superiore (Veneto) (fresco, fruttato e con una leggera nota ammandorlata che si abbina bene a preparazioni agrodolci).
    • Vino Internazionale: Pinot Noir della Borgogna (Francia) (elegante, con tannini morbidi e aromi di frutti rossi che si sposano splendidamente con carni e formaggi stagionati, esaltando la ciliegia).

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